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ROYAL PATENT FOUNDATION

La trasmissione a fluido

La trasmissione a fluido

E se eliminassimo la trasmissione meccanica? E’ stata questa l’idea del signor Carlo Ormenese (AL) quando ha pensato ad un’ingegnosa macchina rotativa a fluido che, fra le tante utilizzazioni possibili, avrebbe anche questa. Venti anni fa, quando la ideò, si ripropose di inserirla in una autovettura proprio per semplificarne la trasmissione: si immaginò di situare al centro dell’auto, collegato con un motore (magari elettrico) che gli spingesse il liquido, un motore a fluido il quale a sua volta spingesse altro fluido ad altri 4 motori similari posti sulle ruote i quali avrebbero così originato un movimento che imprimendosi sulle ruote avrebbe fatto spostare la vettura. Prospettiva questa alquanto originale e ambiziosa, che non è stata confutata, neanche dagli studiosi del centro ricerche di Genova a cui il progetto e un primo prototipo è stato presentato. Ma cerchiamo di capire meglio questo meccanismo andando ad analizzare nel dettaglio l’invenzione. Si tratta di una macchina composta da un involucro di acciaio suddiviso in due semigusci tra loro identici e uniti insieme. Al loro interno è stata ricavata una scanalatura che nel suo complesso traccia un percorso ben definito della cui importanza ci si renderà presto conto. All’interno di questo involucro sta un disco girante con ai lati un ingrossamento toroidale nel quale è alloggiata una paletta (formata da due linguette identiche) del tutto libera di muoversi intorno al toro. Immettendo un fluido o un gas nell’ entrata della macchina esso spinge in avanti la paletta che segue il percorso ritagliato nell’ involucro e che, essendo collegata tramite il toro al disco girante, fa muovere lo stesso disco dando origine ad un movimento. Questo certo non è il primo tipo di motore a fluido: anche se in pochi lo sanno, ce ne fu una certa fioritura nei primi del Novecento, ma furono poi abbandonati perché poco redditizi dal punto di vista energetico o troppo complicati ed ingombranti. Quello che stiamo esaminando è invece un modello molto semplice, di dimensioni variabili e comunque molto contenute nonché sicuramente redditizio in quanto se ne garantisce una resa vicina a uno. Le novità intrinseche sono essenzialmente due: 1) Una riguarda il percorso obbligato che è costretta a seguire la paletta e che ha lo scopo specifico di evitare che si creino eventuali fasi morte che impedirebbero il movimento; 2) L’altra, riguarda la facile reversibilità da motore a pompa e viceversa senza perdite di rendimento. Dunque, un meccanismo semplice e complesso al tempo stesso che se correttamente utilizzato potrebbe dare buoni frutti. Purtroppo in Italia il nostro 53 enne inventore non ha avuto offerte concrete per poter utilizzare su scala industriale il suo progetto, per questo si è tutelato coprendo la sua invenzione con un brevetto europeo e americano apprestandosi ad affrontare i mercati stranieri. Un augurio di buona fortuna gli viene fatta anche dal nostro staff di selezionatori. Se siete quindi interessati a questo geniale trovato e desiderate ricevere informazioni più dettagliate, contattateci ai nostri recapiti telefonici indicati a fine pagina oppure scriveteci utilizzando l’apposito MODULO ELETTRONICO. Ricordiamo ai navigatori, che tutti i prototipi pubblicati in questo sito sono brevettati. Qualsiasi plagio parziale o totale degli oggetti riprodotti nelle foto o nei disegni, verrà perseguito a norma di legge sia in Italia che in tutti gli stati esteri. Il testo è invece tutelato dal copyright che ne vieta la totale o parziale riproduzione.

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